Scarico fumi caldaia a condensazione

Ecco cosa dice la normativa 2021 sullo scarico dei fumi

La gestione relativa allo scarico fumi della caldaia a condensazione è un elemento da non sottovalutare. Attualmente le normative in merito a questo fattore sono davvero molto rigide ed esigenti.

In passato le case venivano progettate e costruite secondo esigenze diverse. I costruttori non prestavano particolare attenzione allo scarico dei fumi. Oggi invece, con l’avanzamento degli strumenti tecnologici, abbiamo a disposizione nuove apparecchiature che richiedono manutenzione e gestione diversa.

Oltre allo smaltimento relativo ai fumi delle caldaie a condensazione, dobbiamo fare i conti anche con i vapori dei gas di cottura, le stufe e tanto altro.

Per questo motivo la normativa del 2021 ha stabilito importanti e rigide prerogative. Scopriamo insieme come si gestisce in modo corretto lo scarico fumi della caldaia a condensazione.

Differenti tipi di caldaie: cosa cambia

Prima di analizzare quello che stabilisce la normativa, è importante conoscere la differenza tra i vari tipi di caldaia. Le caldaie infatti si possono classificare in base al tipo di camera di combustione / evacuazione fumi. Partendo da queste differenze troviamo:

  • Caldaie tradizionali a camera aperta: l’aria necessaria alla combustione viene aspirata dall'ambiente di installazione, mentre i fumi di scarico vengono evacuati all’esterno tramite la canna fumaria.
  • Caldaie a camera stagna: qui l’aria comburente viene canalizzata e impedisce ogni tipo di contaminazione all’interno dell’ambiente abitato.
  • Caldaie a condensazione: si tratta di caldaie a camera stagna, che sfruttano l’aria di condensa in modo molto efficiente e aumentano in modo rilevante i rendimenti dell’apparecchiatura.

Attualmente le caldaie a camera aperta sono divenute quasi inaccessibili. Per tutelare l’ambiente e ridurre le emissioni viene incentivato l’acquisto esclusivo di caldaie a condensazione. Questa tipologia di caldaia infatti riesce a riciclare i fumi prodotti trasformandoli in vapore acqueo e garantendo una notevole efficienza.

Scarico fumi a parete o canna fumaria? Cosa dice la normativa 2021

scarico fumi caldaia

Già a partire dall’anno 2013, la legge 90 stabilisce che tutti gli scarichi dei fumi di combustione devono avvenire al di sopra dei tetti (almeno 1 metro dal colmo).

Le deroghe relative agli impianti di riscaldamento stabiliscono che sono consentiti scarichi a parete solo in alcuni casi:

  • Sostituzione di una caldaia di qualsiasi tipo il cui scarico dei fumi avveniva a parete ( già prima del 31 agosto 2013);
  • Sostituzione di una caldaia a camera aperta che scaricava in una canna fumaria collettiva ramificata.

In entrambi i casi la caldaia sostitutiva deve essere obbligatoriamente a condensazione.

Ci sono poi altre eccezioni in cui è permesso lo scarico a parete al posto della canna fumaria a tetto. Tra queste troviamo ad esempio alcuni edifici storici sottoposti a norme di tutela. Capita infatti che alcune costruzioni di questo tipo non permettano lo scarico fumi tramite comignoli a tetto. Per questo motivo viene consentito anche lo scarico a parete.

In altri casi è presente invece un’impossibilità tecnica di scaricare i fumi con una canna fumaria a tetto. In questi casi un professionista abilitato stabilisce che l’edificio debba per forza optare per uno scarico a parete.

Attenzione però, quando si riesce a scegliere uno scarico a parete è opportuno rispettare anche le distanze minime tra finestre e balconi del vicinato.

Canna fumaria a tetto: quando è obbligatoria

In tutti i casi di sostituzione della vecchia caldaia con una nuova non ecologica e per impianti nuovi di edifici pluri-familiari, è obbligatoria la canna fumaria a tetto.

Ora vi riveliamo un altro aspetto importante. È possibile evacuare i fumi di più caldaie con la stessa canna fumaria. Questa soluzione è però applicabile solo se i generatori allacciati hanno caratteristiche simili.

Per renderlo possibile, le caldaie devono essere tutte a camera stagna o tutte a camera aperta o a condensazione ed utilizzare lo stesso combustibile (metano, GPL, pellet, gasolio). Inoltre, devono avere portate compatibili (rapporti tra le portate superiore a 0,7).

È necessario poi tenere conto di eventuali regolamenti edilizi stabiliti dal proprio comune di residenza che possono risultare più rigidi delle normative generali.

Considerate inoltre che le caldaie a condensazione, anche se sono a camera stagna, non possono essere allacciate alla stessa canna fumaria sfruttata da altri generatori stagni tradizionali.

La condensa e anche i fumi di scarico delle caldaie a condensazione hanno un PH acido e potrebbero corrodere le tubature costruite in materiali plastico-metallico non idonee.

Distanze minime e dimensioni della canna fumaria

Le normative vigenti stabiliscono in modo molto chiaro quali sono le distanze minime da rispettare per quanto riguarda lo scarico fumi in relazione a finestre e balconi.

Puoi visualizzare tutte le prerogative previste dalla norma UNI 7129 /08 cliccando qui.

Per quanto riguarda le dimensioni della canna fumaria, è bene sottolineare alcune cose. Un buon funzionamento di un impianto termico è strettamente legato al corretto dimensionamento della sezione interna del condotto fumario predisposto all’evacuazione dei fumi di combustione.

Per decretare le dimensioni corrette del diametro esistono appositi procedimenti di calcolo definiti dalle norme UNI. Per fare ciò avrai bisogno dell’aiuto di un esperto.

È necessario inoltre applicare un corretto posizionamento della canna fumaria. Questo fattore ha un impatto molto rilevante sull’intero processo di scarico. Se presenti difficoltà di tiraggio, la caldaia può risentirne e causare problemi a causa di un ritorno di fumi.

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